Altavilla - I Bar di una volta...   Il Bar di Gerardo Morra

Nasce nel dopoguerra in Via Municipio nei locali posti a pochi metri dal Sieggio e prima dellla ex Macelleria di "Turillo" Di Verniere, ad opera di Samuele Morrone, che emigrato in America nel 1949, lascia la gestione alla figlia Vincenzina sposata con Gerardo Morra, già sergente maggiore presso l'ospedale militare di Napoli. Caffè e Sport (Vini, Liquori,…) questa era riportato sul cartello posto, in alto, all'ingresso del Bar. Era il bar in cui si giocava , fino agli inizi degli anni '70, la schedina Totocalcio. Ricordo Gerardo seduto dietro la piccola scrivania, posta difronte all'ingresso, dove ti invitava a portare la schedina da giocare. Gerardo , era impegnato su "diversi fronti", oltre al barista, offriva anche jl servizio di rilegature libri. Io ne conservo ancora uno rilegato nel suo bar. Era anche autore di diversi articoli per il Giornale d'Italia e per "Il Calpazio" periodico religioso-sociale di Capaccio Vecchio (Madonna del Granato). Il bar chiude l'attività nel 1975 due anni prima della sua morte avvenuta nel 1977 

In questa foto, Mario Morra figlio di Gerardo, Giuseppe Cupolo e Giuseppe D'Onofrio. Quest'ultimo tornato dall'America era sempre presente tra gli altavillesi del centro storico. Fu uno dei primi altavillesi che acquistò il Televisore ed invitava a casa i ragazzi altavillesi a vedere i programmi televisivi. Se i ragazzi facevano "casino" o distrurbavano, li minacciava con il suo bastone.

Riporto di seguito un ricordo di Carmine Cennamo e Luigi Mangone. Carmine dice: "...in questa prima casa sulla sinistra del vicolo abitava la famiglia di zio Pietro Mangone e insieme a loro c'era zio Giuseppe D'Onofrio su una carrozzina a rotelle, pensionato come invalido di guerra 1915/18, in quanto aveva perso una gamba in battaglia e per bontà di cuore e per avere un poco di compagnia dai ragazzi della nuova generazione dell'epoca, verso la metà degli anni cinquanta, con i soldi della pensione comprò il primo televisore in bianco e nero. Visto che a Altavilla Silentina ce n'erano pochissimi, a causa della miseria dovuta alla stentata ripresa economica dopo la seconda guerra mondiale, fece avvisare tutti i ragazzini del vicinato e oltre, che il pomeriggio di tutti i giorni alle ore 17,00, potevano andare a casa sua per vedere, insieme a lui, la TV dei ragazzi. Quasi tutte le sere davano un telefilm diverso ( Tarzan, Penna di Falco, Gimmi dalla giungla, Rin tin tin, Robin Hood, Hivanohe, Lancillotto, ecc ecc. Così prima dell'orario stabilito, eravamo tutti davanti al portone di zio Giuseppe e aspettavamo quando usciva sul balcone dell'abitazione al primo piano, per avvisarci di quando dovevamo salire, poi, una volta uscito, nell'attesa dell'inizio ci guardava e controllava mentre parlavamo e giocavamo, qualche minuto prima dell'orario di inizio dei programmi TV, zio Giuseppe rientrava accendeva il televisore, batteva con una frusta sullo sgabello, apriva il portone tirando una cordicella da sopra la scalinata e ci faceva salire, ci faceva sedere su appositi banchi che aveva predisposto nella stanza dov'era il televisore e tutti in silenzio, per rispetto ed anche per paura di un piccolo colpetto in testa con la frusta di salce, guardavamo la TV fino alla fine dei programmi per ragazzi. Questo era uno dei nostri pochi ma concreti divertimenti, come anche giocare ai bottoni nella fossa, alle stacce e soldi sotto il muro, a mazza e piuzo, al combattimento con le spade e pugnali di legno, a zomba cavaliere ecc ecc. Avevamo poco o niente ma, anche senza telefonino e internet, tutti eravamo felici di vivere con quel poco che avevamo e/o di quello che potevano darci i nostri genitori, senza pretendere mai nulla di impossibile! " Luigi Mangone dice : "Come si fa a dimenticare zio Giuseppe l'americano tutti noi ragazzi dell epoca negli anni andavamo a vedere la televisione. Tutti seduti come stare al cinema ricordo il terrore di chi faceva chiasso zio Giuseppe teneva nelle mani la frusta che si usava per i cavalli, guai a parlare e poi ricordo che stava sulla carrozzella essendo invalido "

Esempio di schedina Totocalcio che si giocava nel Bar di Gerardo Morra